Il Teatro Abeliano, i Quartieri della città, le Periferie del mondo
Nel suo percorso ultra-cinquantennale l’Abeliano ha sposato la causa delle periferie, ha esaltato la parte migliore delle tradizioni e dei costumi popolari della Città non meno che all’amore per il Teatro (di protesta, sociale, classico, contemporaneo…) e della sede teatrale girovaga solo nell’ambito dei quartieri di Bari (da Piazza Garibaldi a via Papa Giovanni XXIII, a largo 2 Giugno, a via Padre Kolbe). Alle periferie della città che lo ospita, a quelle del mondo intero (quasi sovrapponibili per condizioni, esigenze e sentimenti) ha spesso dedicato ricerche, spettacoli, rassegne esaltandone tradizioni, lingua e costumi con piena partecipazione e soddisfazione di cittadini la cui fame di Cultura anche “alta” non è seconda a nessuno.
Alcune testimonianze per immagini – Alcuni illustri pensieri.
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…In tempi di quaresima culturale Vito Signorile è andato a cercare canti del riposo, villanelle, serenate, stornelli, canti a dispetto, filastrocche che si perdono nella notte dei tempi. L’eccessivo rigore di Signorile, attore e regista (oltre che cantautore), anche nella realizzazione del disco “Bevete Puglia” si è rivelata provvidenziale. Non si è mai eccessivamente esigenti quando le autenticità desiderate non sono cedute in «ostaggio» ai facili manipolatori e improvvisatori del prodotto artistico. E “Bevete Puglia” ha fatto il giro del mondo assumendosi la paternità dei canti tradizionali sul vino pugliese. Così come “Pugliata” ora si presenta a coronare anni di ricerche di un provvidenziale lavoratore della cultura che, come pochi, intende la vita un «lavoro» che si fa in piedi… (Giuseppe Schito)
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Caro sig. Signorile,
Le faccio pervenire il mio più caloroso applauso per l’interpretazione
da Lei data alle canzoni e poesie dialettali riflesse baresi dell’ultimo programma realizzato al Teatro Abeliano. È stata un’altra occasione che aggiunge molti meriti alle Sue note benemerenze di messaggero sopraffino della nostra poesia.
… Un messaggero dall’anima ardente capace di infiammare il cuore dello spettatore.
In questo modo il mondo fatato della poesia dialettale barese non piomberà nel buio
se una stella lucente sarà lì a illuminarlo.
È la stella Signorile. Una stella che non ce l’ha nemmeno “Rio Bò”
Un abbraccio (Alfredo Giovine)
Vito Signorile, prestigioso attore e regista barese, ha voluto donarci una deliziosa serata nel suo cresciuto teatrino diventato ormai un prezioso punto di riferimento culturale della nostra città. Ci torna alla mente il delitto di sconosciuti profanatori (ci auguriamo di altri pianeti) che hanno distrutto il Teatro Petruzzelli e schiaffeggiato l’intera città. Ma parliamo della stupenda serata all’Abeliano e della magicissima “lettura” di alcune delle più belle pagine di poeti del dialetto barese, a cominciare dal nume tutelare, dal creatore del dialetto, almeno in senso linguistico, come deve considerarsi il sommo Francesco Saverio Abbrescia che bontà sua ha scritto una poesia “A lu puete” …
… Serata a dir poco entusiasmante che coinvolse l’intera gremita sala e che finì in un’orgia di applausi per 1’attore regista, per i poeti, per i tecnici, per il pubblico, il tutto condito con un assaggio di strascenàte, lepìne, ciggere e mìere de cudde buéne de le vigne nòste.
L’arte, la poesia accoppiata al vivere bene, a misura d’uomo, non guasta in un’epoca come la nostra dove il si salvi chi può è all’ordine del giorno. Dunque, ben vengano queste serate ad alto livello artistico e liberatorie. Un grazie a chi si prodiga per esse. (Pasquale Sorrenti)
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Caro sig. Signorile,
ho appena ricevuto il Suo splendido volumetto “Ce se mange iosce? Madonne ce crosce!”
… il lavoro è ottimo sotto tutti i punti di vista… dopo aver assistto, con molto piacere, alle recenti recite televisive, nelle quali ho avuto modo di apprezzare il Suo esatto accento barese, sono finalmente venuto in possesso di un documento stampato, nel quale ho potuto constatare l’ottima forma grafica dialettale, della quale Lei mostra perfetta conoscenza, a differenza di tanti sedicenti esperti… conserverò gelosamente il Suo done nella mia ricca biblioteca, per avere la possibilità di consultarlo tutte le volte che ne avrò bisogno… (Vito A. Melchiorre)